Tutti su questo treno sono sospetti (titolo originale Everyone on This Train Is a Suspect) è il secondo romanzo giallo di Benjamin Stevenson. Uscito nel 2024 per Feltrinelli, lo leggiamo nella traduzione di Elena Cantone.
La trama di Tutti su questo treno sono sospetti
Dopo il successo del suo romanzo d’esordio Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno (e dopo essere sopravvissuto alla vicenda), Ernest Cunningham viene invitato al Festival Australiano del Giallo. L’evento si svolge su un treno – il Ghan – in omaggio al celebre Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie.
Durante la traversata dell’Australia, però, qualcosa va storto e ci scappa il morto.
Il problema? È che tutti potrebbero essere autori del delitto perfetto in quanto scrittori di gialli e che, a differenza del classico di Christie, ci sono più detective che assassini!
Un viaggio in treno.
Un cadavere alla prima fermata.
Dei passeggeri molto sospetti: sanno tutti come cavarsela con un delitto.
Chi di loro è il colpevole?
Recensione di Tutti su questo treno sono sospetti di Benjamin Stevenson
Meta-letteratura
Quando si torna dopo un successo letterario, il rischio di deludere le aspettative del pubblico c’è ed è dietro l’angolo. Questo Ernest Cunningham – aka Benjamin Stevenson – lo sa bene e gioca con il lettore lungo tutto il libro sul peso del secondo romanzo: dalla fatica nel trovare ed elaborare l’idea, alla costruzione dell’opera fino alla speranza che possa piacere.
Quello che abbiamo tra le mani è un caso di meta-letteratura: il libro che parla di se stesso e della propria genesi come se fosse terminato quando in realtà per il lettore è ancora in costruzione.
Le regole del romanzo
Le regole del gioco di Stevenson non cambiano rispetto al primo libro: il protagonista dichiara sin dalle prime pagine come sarà strutturato il romanzo dividendolo in blocchi da 10.000 parole ciascuno.
Riporta la sua volontà di essere 100% trasparente e di non nascondere nulla al lettore e, infine, dichiara anche il numero di volte in cui l’assassino verrà citato direttamente (o con un suo pseudonimo): 106, per la cronaca.
Stevenson/Cunningham ci ha abituati già dal romanzo precedente alla rottura totale della quarta parete. L’autore parla e interagisce con il lettore direttamente lungo tutto il libro ed è contemporaneamente onnisciente e parte della storia (il che può piacere o non piacere, a me piace).
Un romanzo corale… con qualche difficoltà
Stevenson ha affrontato sin dal primo libro una scrittura corale. Sono davvero tanti i personaggi da seguire (mai come Il Trono di Spade, si capisce).
Se nel caso di Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno non ha avuto problemi a inquadrare chi fosse quale parente sin da subito (anche supportata dalle relazioni di famiglia), in questo caso ho fatto davvero fatica a ricordare i ruoli di tutti i personaggi.
Il che, in un giallo, non è il massimo. Mi è quindi capitato diverse volte di dover tornare alla prima pagina dove però c’erano solo gli autori coinvolti e non i loro agenti. Insomma, mi sono persa diverse volte nel filo della storia.
Un romanzo diesel?
Ultima cosa che mi sento di aggiungere alla recensione di Tutti su questo treno sono sospetti è una piccola critica all’inizio del libro.
Per i miei gusti troppo descrittivo, troppo lento. Ho rischiato di abbandonare la lettura a un certo punto. Poi si sblocca e si entra nell’azione ma servono molte pagine prima di arrivare all’omicidio.
Una volta entrati nel vivo della vicenda, il libro è in discesa e prende velocità. Unica nota cringe è tutta la sottotrama della storia tra Ernest e la compagna. Non mi è proprio piaciuta.
Riassumendo…
Tutti su questo treno sono sospetti mi è piaciuto, meno del primo ma l’ho apprezzato nella sua onestà e franchezza.
Ho gradito il ribaltamento di Assassinio sull’Orient Express, dove al posto di esserci tanti assassini l’autore ha piazzato tanti detective a confondere le acque.
Stevenson non ha deluso il proprio pubblico. Nonostante fosse un sequel.
Voto: 🌕🌕🌕🌕🌑