Ecco una cosa che Jeannie ha capito al volo quando s’e trattato di assumere il personale per il sancta sanctorum, e che invece sulla Terra non hanno ancora mandato giù: Dio adora i froci.
A volte ritorno – John Niven
A volte ritorno (titolo originale The Second Coming) è un romanzo umoristico-satirico scritto da John Niven e pubblicato per la prima volta nel 2011. In Italia arriva nel 2012 grazie a Einaudi e alla traduzione di Marco Rossari.
A volte ritorno: la trama
Era da parecchi secoli terrestri che Dio non si prendeva una vacanza come Lui comanda. Decide di partire durante il Rinascimento considerandolo un periodo fiorente e anche piuttosto tranquillo. Dopo una settimana (circa 400 anni terrestri), ritorna davanti a uno scenario devastante: guerre, morti, faide religiose…
Il mondo contemporaneo è allo sbaraglio e si è persa la buona novella: “Fate i bravi”. Così Dio decide di prendere misure drastiche e rimanda il proprio figlio per ricordare alle persone il reale messaggio dei Vangeli nella speranza di recuperare l’umanità prima che sia troppo tardi.
Gesù Cristo ricomincia, così, la sua vita sulla Terra in una New York degli anni 80-90. La sua sembra una vita disastrata ai confini della società con la sua band ma c’è ancora una carta da giocare e quella carta è American Popstar, popolare talent show per talenti emergenti.
Da lì inizia il Vangelo contemporaneo: il nuovo cammino di Gesù Cristo per tentare (forse?) di redimere il popolo.
La recensione di A volte ritorno
Premessa
Questo non è un libro adatto a tutti. Ci tengo a precisarlo perché trattando il tema della religione con toni molto spinti e satirici – a tratti volgari – qualcuno potrebbe ritenerlo offensivo nei confronti del proprio credo ed è giusto tenere conto di tutte le sensibilità dei lettori.
I toni e il genere
A volte ritorno si propone come romanzo umoristico-satirico e si gioca tutto sulle contraddizioni che si celano dietro la Chiesa. Ho scelto di inserire cristianità nel titolo e non cattolicesimo perché l’autore – attraverso i personaggi di Dio e Gesù – si schiera apertamente contro tutte le confessioni.
Ci sono anche degli accenni all’Islam con una telefonata di fuoco a Maometto (che però viene visto come un tipo simpatico ai piani alti) ma, essendo una piccola parentesi all’interno della trama, la lascerò da parte.
I toni sono estremi: non ci sono vie di mezzo. Il linguaggio è volutamente volgare fino a sfociare all’assurdo: vedi lo stesso Dio si bestemmia da solo. Non esiste il politically correct e Niven scioglie le briglie (ma soprattutto la penna) adottando un linguaggio della strada, reso molto bene anche nella traduzione italiana.
Gli spunti più interessanti
Grattando sotto la crosta, ci sono un sacco di tematiche o spunti interessanti che vale la pena evidenziare. Lo farò con una carrellata a flash.
Buono = coglione
Cristo è un buono e il suo obiettivo è fare il bene del prossimo, anche se questo significa perderci, rimanerci sotto, essere tradito. Questo non è un concetto nuovo per il cristianesimo e l’autore sceglie di ricalcare le stesse reazioni del Vangelo. La gente – anche gli amici – che pensano che sia pazzo o “un coglione” perché fa scelte estreme per andare incontro al prossimo.
Una riflessione interessante per una società che guarda a chi fa del bene come a qualcuno che ha sempre dietro un tornaconto proprio.
Cristo e la condizione umana
Nonostante la natura divina, essendo uomo il Cristo di Niven si trova ad affrontare le difficoltà della condizione umana… e non mi riferisco solo al suo costante essere al verde. Parlo del fatto che in diversi punti del romanzo l’autore sceglie di raffigurare un Gesù in crisi che fa fatica ad applicare i precetti del Cristianesimo: uno su tutti il perdona settanta volte sette.
In questo modo, il Gesù di Niven lascia più spazio alla sua incarnazione rendendosi “uno di noi”, senza contare che non si rende ben conto dei piani del Padre (al contrario del Gesù biblico che deve fare la volontà del Padre e che dunque agisce in modo più consapevole).
Critica alla Chiesa
L’anticlericalismo attraversa tutta la narrazione sin dalle prime pagine in cui si assiste alla discesa agli Inferi. Il libro comprende delle vere e proprie prediche in cui l’autore – attraverso i vari personaggi – prende una forte posizione contro la Chiesa e, in particolare, la figura del Papa (che per l’epoca potrebbe essere già Giovanni Paolo II).
L’anticlericalismo emerge anche nella figura del pastore della comunità locale, colui che attiverà la catena di eventi che porteranno alla fine del romanzo. Insomma, troviamo tutta una serie di elementi che ci fanno intuire che la comunità religiosa non vada proprio a genio a Niven.
Le critiche di chi non ha apprezzato A volte ritorno
L’obiezione principale per A volte ritorno di John Niven, come ho anche anticipato in apertura, è il suo essere estremo. E questo vale per tutto: il linguaggio, le scelte di trama, la caratterizzazione dei personaggi, gli elementi di critica.
La seconda critica al romanzo è la banalità: alcuni reputano che il tema del ritorno di Cristo nell’epoca contemporanea sia scontato, pur apprezzando il fatto che l’autore non avrebbe potuto fare meglio di così. Anche l’umorismo viene visto con un taglio piuttosto basso e trash da alcuni lettori (e ci sta, alla fine il grosso proviene da battute con allusioni a droga o sesso).
Altri non hanno apprezzato i toni di Niven: troppo saccenti, come se volesse far la morale al lettore spargendo dall’alto la sua idea di etica spacciandola per quella universale. Un autore con problemi di megalomania, insomma.
In conclusione
Nonostante sia in parte d’accordo con alcune delle critiche segnalate da altri lettori, ho trovato il romanzo scorrevole, piacevole da leggere, a tratti divertente e con degli spunti di riflessione interessanti. A volte ritorno non è il libro della vita ma un buon compagno di viaggi in treno.
Voto: 🌕🌕🌕🌗🌑
L’autore: John Niven
Nasce a Irvine (Scozia) nel 1966. Dopo aver lavorato per anni per alcune case discografiche, pubblica il suo primo romanzo nel 2005: Music from Big Pink.
Da allora si dedica interamente all’attività di scrittura, in particolare sul genere umoristico/satirico. Tra i suoi lavori: Uccidi i tuoi amici, The Amateurs (2009), A volte ritorno (2011), Cold Hands (2012), Maschio bianco etero (2013), Le solite sospette (2015).
Molti dei suoi romanzi riprendono il tema delle etichette musicali o dei talent show o, comunque, includono elementi musicali. Questo, chiaramente, deriva dalle sue esperienze passate.
L’ultimo romanzo pubblicato è The F*ck-it List (La lista degli stronzi) che risale al 2020.