Fratellino prese per mano Sorellina e le disse: “Da quando la mamma è morta non abbiamo più avuto un’ora di bene: la matrigna ci picchia tutti i giorni e se andiamo da lei ci scaccia a pedate. […] Vieni, ce ne andremo via lontano per il vasto mondo”.
Fratellino e Sorellina
Fratellino e Sorellina è la quinta fiaba che affronteremo per la rubrica “Quegli sconosciuti dei fratelli Grimm”. Come nei casi precedenti, anche questo racconto fa parte della raccolta Fiabe del focolare del 1812.
Nelle puntate precedenti:
- Ep. 1: Storia di uno che se ne andò in cerca della paura
- Ep. 2: Il lupo e i sette capretti
- Ep. 3: Il fedele Giovanni
- Ep. 4: I dodici fratelli
Indice
Fratellino e Sorellina: la trama
C’erano una volta Fratellino e Sorellina che vivevano con la loro matrigna che, per puro sadismo dei Grimm, era pure una strega malvagia che odiava a morte i due bambini.
I bambini, stanchi di subire le sue angherie, decidono di scappare di casa. Ma la matrigna è tipo un segugio quindi li segue nel bosco e incanta con un sortilegio tutte le fonti d’acqua. Quando Fratellino si avvicina al primo fiume per bere, Sorellina sente una voce che dice “se bevi diventi una tigre”. Fratellino non beve e siamo salvi.
Al secondo fiume, stessa scena, Sorellina sente “se bevi diventi un lupo”. Fratellino non beve e ce la si scampa ancora una volta.
Ovviamente al terzo fiume Fratellino beve proprio a garganella trasformandosi in un capriolo. Fortunatamente un animale erbivoro per cui ci siamo risparmiati quantomeno la scorpacciata di Sorellina.
Ora che Sorellina si ritrova con un capriolo a carico, si trova una casetta in mezzo al bosco in cui trascorre le giornate con Fratellino a cui lega un cordino d’oro. Sarebbe una vita molto bella se solo il fratello non fosse un animale. Ma va be’, almeno parla.
OVVIAMENTE si apre la stagione di caccia e arriva da quelle parti proprio il re. Guarda il caso, uno dei suoi scagnozzi trova la casa nel bosco e ci porta il re che si innamora perdutamente di Sorellina, la sposa e se la porta a palazzo.
E vissero tutti felici e contenti? No!
La matrigna, infatti, è ancora in circolazione (senza contare che Fratellino è ancora un capriolo in tutto questo) e non è molto contenta di sapere che la sua tanto odiata figliastra è diventata nientepopodimenoche la regina. A questo aggiungiamo che si ritrova una figlia di sangue racchia che non sa bene come piazzare in casa del sovrano.
Sorellina rimane incinta e dà alla luce un bel maschietto. Sfruttando l’occasione, la matrigna soffoca Sorellina e la sostituisce con la figlia racchia. Il fantasma di Sorellina visita per tre notti la balia con il bambino e, alla terza notte, fa scoprire al re l’inganno della matrigna recuperando miracolosamente la vita.
La condanna per la matrigna e sua figlia è esemplare:
La figlia fu portata nel bosco e le bestie feroci la divorarono, la strega fu gettata sul fuoco e dovette bruciare miseramente.
Fratellino e Sorellina (Edizioni New Compton)
La morte della matrigna spezza l’incantesimo che legava Fratellino il quale riacquista la forma umana.
E ora sì che vissero tutti felici e contenti.
Il commento e lo schema di Propp
Fratellino e Sorellina è una fiaba molto articolata non solo perché ci sono tanti avvenimenti ma perché compaiono e scompaiono diversi personaggi. Ad esempio, nella parte centrale del racconto, la matrigna sembra scomparire per poi ritornare nell’ultima parte della narrazione.
Interessante anche notare che il matrimonio – in generale l’evento che corona il lieto fine – nel caso di Fratellino e Sorellina avviene a metà della storia. Quasi un inganno per il lettore che crede la storia sul punto di terminare dimenticandosi che ci sono ancora dei fili tesi, dei punti in sospeso da chiudere.
Vediamo come analizzare i personaggi con lo schema di Propp:
- L’eroe: in questo caso eroina essendo la nostra amata Sorellina;
- L’antagonista: senza dubbio la matrigna;
- Il falso eroe: la figlia naturale della matrigna (un po’ come per Cenerentola in fondo).
Mancano moltissime figure in questa fiaba dei Grimm come, ad esempio, il padre di lei o il donatore. Sorellina è un’eroina sola che affronta e sconfigge il destino avverso con la propria intelligenza e senza necessità di avere aiuti dall’esterno.
La morte della madre nelle fiabe
Fratellino e Sorellina presenta una caratteristica comune a molte fiabe (e non solo dei Grimm): l’assenza della madre. Che sia morta, semplicemente malvagia o scomparsa chissà dove, la figura materna manca in tantissime storie:
- Cenerentola
- Biancaneve
- Hansel e Gretel
- La Bella e la Bestia
- La sirenetta…
E questo è solo un piccolissimo elenco!
In linea di massima, la madre naturale risulta assente o sostituita da una matrigna malvagia la quale molto spesso ha già una o più figlie dal matrimonio precedente che entrano in competizione con la protagonista della storia.
Ma perché in queste storie a lasciarci le penne è sempre la mamma?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo chiamare in nostro soccorso decenni e decenni di studi di psicologia.
Premessa: non sono un’esperta nel settore in alcun modo. Per comporre quanto segue, mi sono documentata sui portali di alcune psicologhe e ho cercato di tradurre in modo meno tecnico quanto viene detto.
Il bambino nelle prime fasi dello sviluppo si identifica nella madre. Più si va avanti nello sviluppo e più c’è una separazione tra maschio e femmina: il primo inizierà a guardare al padre come esempio, distaccandosi così parzialmente dalla madre; la seconda, invece, rimarrà legata alla madre.
Questo accade perché il maschio vede nel padre un proprio simile durante lo sviluppo dell’identità sessuale. La madre comprende perfettamente questo distacco, non lo vede come un rifiuto. Al contrario, quando la femmina cerca di acquisire autonomia rispetto alla madre, la cosa viene percepita come un rifiuto.
Il distacco dalla madre non è facile nemmeno per la bambina la quale deve lasciare un abbraccio rassicurante per avviarsi da sola verso un mondo oscuro. Questo distacco, tuttavia, è necessario: è il passaggio verso l’età adulta.
Con la morte della madre, la protagonista ha un distacco obbligato dalla figura genitoriale ed è così costretta a far evolvere il suo io per affrontare il mondo che la circonda e riportare ordine là dove il caos è stato creato.
Cólto in Castagna: la mia copertina
Per la copertina di Fratellino e Sorellina ho scelto di rappresentare Fratellino incantato in forma di cerbiatto sotto lo sguardo vigile della matrigna. L’incantesimo che lo lega alla forma animale, infatti, è una condanna che si può sciogliere solo alla morte di chi l’ha lanciato.
Due occhi malvagi campeggiano su uno sfondo nero come la notte in cui si trovano i due fratellini e un’atmosfera verde tossica avvolge tutte le forme.
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