Sollecitato da una parte dall’orgoglio e dall’intellettualismo materno, dall’altra dalla sensualità e faciloneria del padre, il povero Principe Fabrizio viveva in perpetuo scontento pur sotto il cipiglio zeusiano e stava a contemplare la rovina del proprio ceto e del proprio patrimonio senza avere nessuna attività ed ancora minor voglia di porvi riparo.
Il Gattopardo
Il Gattopardo è un romanzo storico (su questo punto non tutti i critici sono concordi) scritto da Giuseppe Tomasi di Lampedusa e pubblicato postumo nel 1958 da Feltrinelli Editore vincendo il Premio Strega nel 1959. Ne è stata realizzata una versione cinematografica da Luchino Visconti nel 1963 e una versione lirica nel 1967 da Angelo Musco, con libretto di Luigi Squarzina.
Indice
- Il Gattopardo: trama
- Incipit del libro
- I personaggi del Gattopardo
- Analisi e recensione
- L’autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
- Le vicende editoriali del Gattopardo
- Quarta di copertina
Domande e risposte sul Gattopardo
Le frasi più belle del Gattopardo
Il Gattopardo – libro
Il Gattopardo: la trama
Il romanzo si apre nel 1860 in Sicilia all’alba dello sbarco dei Mille guidati da Garibaldi. L’imminente Risorgimento e l’unificazione dell’Italia fanno da sfondo alle vicende della famiglia Salina, in particolare del Principe Fabrizio noto ai più come “il Gattopardo” per via dell’animale raffigurato sul suo stemma araldico.
La storia parte con la decisione di Tancredi – nipote del principe – di unirsi alle giubbe rosse garibaldine voltando così le spalle al regno borbonico e offrendo i propri servigi al regno di Sardegna (primo nucleo del Regno d’Italia). L’idea è quella di cercare fortuna e prestigio economico in battaglia con l’idea che solo cambiando la storia sia possibile mantenere i privilegi acquisiti.
Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi. Mi sono spiegato?
Tancredi ne Il Gattopardo
Al suo ritorno in famiglia, il romanzo assume una narrazione mondana, di costume, narrando le vicende amorose di Tancredi con Concetta – figlia del Gattopardo – e con Angelica, bellissima figlia di don Calogero Sedàra: uomo senza lignaggio né nobiltà ma arricchitosi nel tempo e con un posto di prestigio nella società siciliana. Sono le prime battute dell’ascesa del nuovo ceto sociale: la borghesia.
Il tempo passa e si arriva al referendum per accettare o meno l’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna: con un plebiscito (più o meno truccato) vince il “Sì” e si costituisce l’Italia scacciando definitivamente i Borboni.
La storia prosegue ben oltre l’unità d’Italia arrivando fino al 1910. Dopo la morte del Gattopardo, ormai anziano, si narrano brevemente le vicende delle figlie Concetta, Carolina e Caterina e di Angelica, vedova del bel Tancredi. Con l’avvento della modernità non rimane molto della nobiltà dei Salina e l’antico casato del Gattopardo non resterà che un antico ricordo scolpito nel passato.
Incipit del libro
Maggio 1860
Incipit de Il Gattopardo
“Nuncet in hora mortis nostrae. Amen.”
La recita quotidiana del Rosario era finita. Durante la mezz’ora la voce pacata del Principe aveva ricordato i Misteri Dolorosi; durante mezz’ora altre voci, frammiste avevano tessuto un brusio ondeggiante sul quale si erano distaccati i fiori d’oro di parole inconsuete: amore, verginità, morte; e mentre durava quel brusio il salone rococò sembrava aver mutato aspetto; financo i pappagalli che spiegavano le ali iridate sulla seta del parato erano apparsi intimiditi; perfino la Maddalena, fra le due finestre, era sembrata una penitente anziché una bella biondona, svagata in chissà quali sogni, come la si vedeva sempre.
I personaggi del Gattopardo
Passiamo in rassegna i personaggi principali del romanzo Il Gattopardo.
- Principe Fabrizio Salina detto “Il Gattopardo” – nobiluomo, protagonista del romanzo. È un uomo affascinante, di bella presenza, intelligente e insofferente nei confronti delle persone che lui considera “stupide” o dei “sempliciotti”. Nel romanzo emerge il suo lato da pater familias più orientato verso la figura del padre padrone
- Maria Stella – Moglie del Principe Fabrizio, non viene descritta come una donna particolarmente bella, ma è molto pia e sottomessa dal proprio marito.
- Concetta Salina – Figlia di Fabrizio e Maria Stella. Si innamora perdutamente di Tancredi. Un amore inizialmente ricambiato ma poi rifiutato da lui per un matrimonio di apparente amore con Angelica che risulterà poi fallimentare. Concetta non si sposerà mai rifiutando tutti i pretendenti che giungono al suo cospetto.
- Tancredi Falconeri – Nipote del Gattopardo. Viene descritto come un giovane brillante, dalla mente svelta, astuto, ambizioso e di bellissimo aspetto. Dopo essersi arruolato nelle truppe di Garibaldi entra come ufficiale nell’esercito del Regno di Sardegna. Si sposa con Angelica Sedàra rifiutando il matrimonio con Concetta supportato anche dallo zio.
- Don Calogero Sedàra – padre di Angelica. Viene descritto – soprattutto all’inizio – come un uomo rozzo, sporco e con le mani in pasta un po’ ovunque. Si tratta di uno dei primi esponenti della borghesia: non solo si è arricchito grazie alla sua astuzia, ma riesce anche a fare il salto di ceto sociale grazie al matrimonio di sua figlia Angelica con il rampollo Tancredi.
- Angelica Sedàra – figlia di don Calogero e moglie di Tancredi. Viene presentata come una ragazza bellissima che attira su di sé gli sguardi e l’attenzione di tutte le persone in una stanza. È proprio grazie al suo fascino che riesce ad esercitare una forte influenza sul Gattopardo tanto da ottenere l’ok per le nozze con il nipote Tancredi. Un matrimonio di puro interesse economico-sociale da parte della ragazza.
- Padre Pirrone – Gesuita e confessore del Principe Fabrizio. È un po’ il grillo parlante, la coscienza del Principe che tenta di riportare su un binario di condotta morale pura… con scarso successo.
Analisi e recensione
Il Gattopardo è dai più considerato un romanzo storico (anche se, come accennavo, non tutti sono concordi nell’incasellarlo in questa definizione) ed è raccontato da un narratore eterodiegetico, onnisciente e in terza persona. Il narratore nel momento presente conosce i risvolti del futuro.
Il linguaggio utilizzato non è semplice, è un italiano decisamente antiquato con dei modi di dire particolari: nota di colore, ho passato un quarto d’ora su Google a cercare di capire cosa s’intendesse con viperina Egeria di Montecitorio, appellativo dato alla signorina Angelica. Quindi non è una lettura scorrevole dal punto di vista del linguaggio, lo è – almeno per me – dal punto di vista delle vicende che si svolgono.
È la storia di una famiglia quindi non ci sono grandi avvenimenti o colpi di scena wow, in compenso c’è una forza che ti invoglia a scoprire il destino di queste persone, cosa riserva per loro il futuro e in che modo l’unità d’Italia avrà un impatto sulle loro vite.
Ci sono un paio di tematiche che segnano il non detto di questo romanzo: il gattopardismo e la nascita e lo sviluppo del ceto borghese.
Il gattopardismo: ovvero l’impossibilità del cambiamento
Il concetto di gattopardismo si può facilmente sintetizzare con la famosa citazione di Tancredi: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi” (qui la definizione di Treccani).
Rappresenta, oggi, un concetto per il quale – almeno in apparenza – si è aperti e ben disposti nei confronti del cambiamento. La realtà dei fatti è che l’unico motivo per cui si arriva ad accettare il cambiamento è la speranza di poter conservare i propri privilegi acquisiti e, dunque, non cambiare affatto.
Ciò che muta è dunque la superficie: cambiano le etichette, cambiano i tempi… ma la sostanza rimane la stessa portando ad un’immutabilità di fondo.
Il Principe Fabrizio Salina è il principale rappresentante di questa filosofia di vita tanto che, in virtù di questo approccio, arriva a rifiutare il ruolo di senatore del Regno d’Italia.
L’ascesa della borghesia
Contrapposto al gattopardismo di Fabrizio Salina, troviamo don Calogero: simbolo non solo della borghesia ma del cambiamento sociale in corso. Un cambiamento reale, profondo e non solo una pura apparenza di superficie.
Don Calogero è l’uomo della scalata sociale che rompe la regola del “i nobili si sposano con nobili” in quanto ha un privilegio acquisito (soprattutto economico) che fa gola e comodo a una casta in fase decadente. È quasi una speranza di rivalsa per il mondo nobile che conta di mantenere il proprio stile di vita sfruttando le finanze di una borghesia molto più ricca e benestante.
In sintesi
Il libro Il Gattopardo mi è piaciuto più di quanto mi aspettassi dalle sole prime pagine. È una lettura multistrato che lascia al lettore la possibilità di andare più o meno a fondo: si può godere di un romanzo quasi cortese oppure lasciarsi prendere dalle disquisizioni politiche di un’Italia in costruzione.
Non è una lettura da spiaggia, ma è una lettura di valore che vale la pena fare almeno una volta nella vita.
⭐⭐⭐⭐
L’autore: Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Giuseppe Tomasi di Lampedusa nasce a Palermo nel 1896. Il suo appellativo “di Lampedusa” proviene dal titolo nobiliare: Giuseppe era infatti 11° principe di Lampedusa.
Da questo si può intuire abbastanza facilmente l’importanza della sua famiglia da cui discendono anche i Leopardi di Recanati (sì, i parenti del buon Giacomo).
Dopo aver ricevuto una prima istruzione a casa, Tomasi di Lampedusa frequenta il liceo e si iscrive a Giurisprudenza senza mai terminare i propri studi.
Come molti ragazzi della sua età, anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa imbraccia le armi e partecipa alla celebre e infame disfatta di Caporetto durante la quale viene catturato dagli austriaci. Una volta riuscito a scappare, rientra nella sua terra natìa: la Sicilia.
Leggenda vuole che abbia iniziato a scrivere Il Gattopardo dopo il suo incontro con Eugenio Montale avvenuto nel 1954. Nel 1957 gli viene diagnosticato un tumore ai polmoni che lo porterà ben presto alla morte avvenuta nello stesso anno.
Le vicende editoriali del Gattopardo
La storia del Gattopardo non è quella della scoperta di un testo imperdibile, anzi. All’inizio la sua pubblicazione viene rifiutata da parte di Elio Vittorini per Mondadori ed Einaudi.
Elio Vittorini è passato alla storia per aver rifiutato anche romanzi del calibro di Il dottor Živago di Pasternak e Il tamburo di latta di Grass. Un intellettuale un po’ critico, in effetti. Ironia della sorte, anche Il dottor Živago è stato pubblicato da Feltrinelli e ha venduto oltre 3 milioni di copie.
Il romanzo vede la luce grazie all’intuizione di Giorgio Bassani che lo consegnò a Feltrinelli per la pubblicazione (ancora oggi la casa editrice ne detiene i diritti). Il romanzo esce nel 1958 e vince il premio Strega nel 1959.
Il Gattopardo ha venduto ad oggi più di 4 milioni di copie (fonte: IlPost)
Quarta di copertina
Siamo in Sicilia, all’epoca del tramonto borbonico: è di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso di regime, mentre già incalzano i tempi nuovi (dall’anno dell’impresa dei Mille di Garibaldi la storia si prolunga fino ai primordi del Novecento).
Accentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo, lirico e critico insieme, ben poco concede all’intreccio e al romanzesco tanto cari alla narrativa dell’Ottocento. L’immagine della Sicilia che invece ci offre è un’immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica e politica contemporanea.
Il Gattopardo – film
Il Gattopardo ha avuto un adattamento cinematografico nel 1963 grazie all’occhio esperto del celebre regista Luchino Visconti. Ecco qualche curiosità sul film.
Un cast stellare
Non ha badato a spese Luchino Visconti quando ha ingaggiato gli attori per interpretare i personaggi de Il Gattopardo. Ecco attori e ruoli del film del 1963:
- Burt Lancaster: don Fabrizio Corbera, principe di Salina
- Alain Delon: Tancredi Falconeri
- Claudia Cardinale: Angelica Sedara/Donna Bastiana
- Paolo Stoppa: don Calogero Sedara
- Rina Morelli: principessa Maria Stella di Salina
- Lucilla Morlacchi: Concetta
- Romolo Valli: padre Pirrone
- Mario Girotti (Terence Hill): conte Cavriaghi
- Pierre Clémenti: Francesco Paolo di Salina
- Serge Reggiani: don Ciccio Tumeo
- Giuliano Gemma: generale di Garibaldi
Tanti nomi internazionali tra cui spiccano sicuramente Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale (all’epoca entrambi giovanissimi), Giuliano Gemma e Mario Girotti (che non è altro che il vero nome di battesimo di Terence Hill).
Dov’è stato girato il Gattopardo
Sono tanti i luoghi che Luchino Visconti ha selezionato per girare il film de Il Gattopardo. Eccone alcuni:
- Palermo: location principale per tutta la parte dedicata alla vita a Donnafugata. I luoghi che compaiono sono piazza San Giovanni Decollato, piazza della Vittoria allo Spasimo, piazza Sant’Euno, piazza della Marina;
- Villa Boscogrande: una grande casa signorile poco lontana da Palermo che ha sostituito il vero palazzo della famiglia Salina (Villa Lampedusa, a San Lorenzo Colli – PA) il quale versava in condizioni disastrose e quindi troppo pericoloso per girare.
- Chiesa madre di Ciminna: scelta in sostituzione del castello di Donnafugata. Durante le riprese si sono rovinati i soffitti tanto che poi si è arrivati alla scelta di toglierli definitivamente.
- Palazzo Valguarnera-Gangi: una meravigliosa villa privata scelta come location per l’iconico ballo.
Dove vedere il film “Il Gattopardo”
Il Gattopardo è disponibile a pagamento sulle principali piattaforme di streaming tra cui:
- Amazon Prime Video
- Apple TV
- Google Play Film
- YouTube
- TIMVision
Domande e risposte sul Gattopardo
Una serie di domande e risposte a bruciapelo sul Gattopardo!
In che periodo è ambientato il Gattopardo?
Il romanzo si apre nel 1860 e si conclude nel 1910. Dunque, il periodo che va dal Risorgimento italiano fino alla Prima Guerra Mondiale circa.
Quali sono i personaggi principali del Gattopardo?
Il protagonista del Gattopardo è il Principe Fabrizio Salina. Accanto a lui il nipote Tancredi, Angelica (moglie di Tancredi), la moglie Maria Stella, la figlia Concetta, e don Calogero (padre di Angelica).
Chi è l’autore del valzer del Gattopardo?
L’autore del valzer che fa da colonna sonora al film Il Gattopardo è Giuseppe Verdi e il brano si chiama Valzer brillante.
Che fine fa Tancredi ne Il Gattopardo?
Dopo aver fatto parte delle giubbe rosse garibaldine, Tancredi Falconieri entra a far parte dell’esercito del re Savoia al servizio del Regno d’Italia. Morirà di vecchiaia.
Perché il romanzo si chiama Il Gattopardo?
Il nome Il Gattopardo deriva dall’animale che compare sullo stemma della famiglia Salina. Un felino simile a un ocelot.
Come si conclude il Gattopardo?
Il Gattopardo si conclude con la Principessa Concetta Salina che decide di far gettare lo storico cane di famiglia ormai morto e imbalsamato dal nome Bendicò. Un modo simbolico per tagliare i legami con il passato e portare a chiusura un ciclo storico.
Dov’è ambientato il Gattopardo?
Il Gattopardo è ambientato in Sicilia. In particolare, la maggior parte della vicenda si svolge al castello di Donnafugata, residenza estiva dei Salina.
Come si chiama il protagonista del romanzo Il Gattopardo?
Principe Fabrizio Salina.
Qual è la morale del Gattopardo?
La morale si può riassumere nel concetto gattopardista di Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.
Dove si trova Donnafugata de Il Gattopardo?
Il castello di Donnafugata si trova in provincia di Ragusa. La Donnafugata de Il Gattopardo è una città e fa riferimento ai luoghi di Santa Margherita di Belice e Palma di Montechiaro.
Le frasi più delle del Gattopardo
“Il fetore di queste carogne non cessa neppure quando sono morte” diceva. Era stato tutto quanto avesse commemorato quella morte derelitta.
“Sono un uomo vigoroso ancora; e come fo ad accontentarmi di una donna che, a letto, si fa il segno della croce prima di ogni abbraccio e che, dopo, nei momenti di maggior emozione non sa dire che: ‘Gesummaria!’. Quando ci siamo sposati tutto ciò mi esaltava; ma adesso… sette figli ho avuto con lei, sette; e non ho mai visto il suo ombelico. È giusto questo?”
Questa ricchezza che aveva realizzato il proprio fine era composta solo di oli essenziali e come gli oli essenziali evaporava in fretta.
Ancora una volta il Principe si trovò di fronte a uno degli enigmi siciliani. In questa isola segreta dove le case sono sbarrate e i contadini dicono d’ignorare la via per andare al paese nel quale vivono e che si vede lì sul colle a dieci minuti di strada, in quest’isola, malgrado l’ostentato lusso di mistero, la riservatezza è un mito.
Egli amava molto Concetta: di le gli piaceva la perpetua sottomissione, la placidità con la quale si piegava ad ogni esosa manifestazione della volontà paterna.
La sensazione di trovarsi prigioniero di una situazione che evolvesse più rapidamente di quanto fosse previsto era particolarmente acuta quella mattina.
In Italia non si esagera mai in fatto di sentimentalismi e sbaciucchiamenti; sono gli argomenti politici più efficaci che abbiamo.
Mai siamo stati tanto divisi come da quando siamo uniti.